Sala II

 Il Riccio di Pastorale è opera del sec. XIV, in argento, sbalzato, cesellato, bulinato e parzialmente dorato. E' costituito da un bastone ottagonale ornato da file sovrapposte di finestre bifore, terminante con un nodo a forma di edicola radiocentrica i cui lati, coperti da frontoncini, sono aperti da archi a ogiva centinati dove si affacciano una serie di santi smaltati a traslucido. Segue un secondo ordine di finestrelle, simili a quelle del bastone, da cui si innalza il riccio. La voluta ha sezione quadrangolare e profili addolciti da una fila di fiori, sulle due facce è ornata da placchette smaltate contenenti figure di santi ed in alto animali fantastici ed uccelli. Lateralmente vi sono applicate una serie di foglie sbalzate. Il riccio è sostenuto, in basso da un angelo ritto su una mensola lungo la parte inferiore della voluta. All'interno di essa un piedistallo orizzontale regge le statuine della Vergine col Bambino e del Vescovo inginocchiato davanti a loro. L'opera è attribuita a Goro di Gregorio, orafo senese e datato circa il 1324. La critica più recente infatti tende a retrodatarlo all'inizio del trecento in base ad un'analogia riscontrata tra le statuine del pastorale e le opere di Goro di Gregorio, scultore in marmo, attivo negli anni 1330, caratterizzato da quell'estremismo gotico, che lo apparenta, unico tra gli scultori, all'oreficeria senese: analogia che potrebbe far pensare ad un'attività, almeno indiretta, di Goro nell'oreficeria.


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